SANTU SEDURINU DI PADRIA (SS)

 

Nell'area dell'antica curatoria di Nurcara, dispersi tra campi e boschi, sono innumerevoli edifici di età medioevale, ridotti ormai a ruderi, ma retaggio di centri abitati spopolati da secoli. I resti del tempio di S.Saturnino de Mositanu, Santu Sedurinu nella parlata locale, sorgono nell'altopiano omonimo a Km 3 Ovest da Padria (SS). Era probabilmente la parrocchiale dell'abitato di Musidanu, paese ricordato per la prima volta nel sec. XII con tale Comita di Bosove. Nel 1358 il centro si componeva di 60 famiglie, circa 300 abitanti: il suo territorio abbracciava anche le regioni di Turrigia e di Lalvedo, sempre in agro di Padria. L'ultima notizia risale al 1436, quando ormai era spopolato: secondo la tradizione, i suoi abitanti si trasferirono a Padria. L'importanza dell'abitato era data dalla sua posizione lungo la strada detta "Camino Bosano", ovvero "Su Camminu 'e su 'Osincu", che dall'agro di Padria portava a Bosa costeggiando la riva destra del Temo (cfr., M.Rassu, Pellegrini e Templari in Sardegna, Artigianarte, novembre 1997). Inoltre, nelle immediate vicinanze, a circa 100 metri, è una sorgente di acque termali, conosciute soprattutto in passato.

La chiesetta era a pianta rettangolare mononavata, di circa 5 metri di larghezza per 8.60 di lunghezza, con un'abside semicircolare di 2 metri di raggio. Rimane in elevazione la sola facciata in pietra squadrata di due colori, mentre del resto si riconosce solo il giro delle fondazioni. In tale prospetto si apre la porta con profilo gotico, e sono presenti due conci simili a quelli individuabili nella chiesa di S.Michele di Salvennor (Ploaghe, SS)

Nei territori circostanti sono gli scarni resti delle chiese di S.Pietro di Concas (Km 1 Nord), S.Pietro, S.Paolo, S.Maria de s'Ena Virde (a Ovest), e quella ricostruita di S.Giorgio Dettori.

 

Massimo Rassu