BRICIOLE DI UNA TORRE
Ottant'anni sono passati da quando la cinquecentesca torre della Zavorra, sul litorale di Sarroch, venne abbattuta per improrogabili esigenze belliche. Costruita su uno scoglio sul mare, oltre a sorvegliare l'area circostante nel raggio di 10-12 Km, teneva i contatti tra le torri della zona di Pula e quelle dell'area di Sarroch.
Per visitarne i resti, bisogna attraversare l'abitato di Sarroch per proseguire lungo la strada per il nuraghe Sa Domu 'e s'Orcu. Da lì si sceglie il viottolo per il mare, che dopo circa Km 2 passa di fronte ai ruderi del baluardo, in località Sa Punta, promontorio incessantemente battuto dai venti. In compenso, nei pressi sorge "Sa Domu de is Marineris", dove sino al 1916 alloggiarono gli ufficiali addetti alla fortificazione costiera. La storia della torre iniziava nel 1578 quando si sentiva l'esigenza di installare un luogo di osservazione fortificato nel Capo Pula al posto della Guardia Grande, per cui si diede mano ai lavori: nel 1584 la torre speculatoria Sorba era operativa. Nel 1598 erano torrieri Giuliano Nicolau, Jacopo Dessì e Giovanni Angelo Prunello. I disegni d'archivio riportano una costruzione troncoconica, avente diametro di base di circa 6 metri ed altezza di 8, l'ingresso sopraelevato a quota 4 metri, volta a botte in cui era la botola di accesso al terrazzo, e una garitta a difesa della soglia, esattamente come la maggior parte delle torri speculatorie del golfo di Cagliari costruite in riva al mare. Nel 1690 la torre da speculatoria, divenne torre"de Armas", con a capo l'alcaide Simone Lixi, dal quale dipendevano pure le torri del Loi e dell'Antigori: su progetto del conte di Altamira, due anni dopo fu aggiunto un terrapieno per sistemare tre pezzi d'artiglieria. Al Lixi, nel 1694 seguì il capitano Giovanni Flandes, e poi Giaime Maltes. In epoca sabauda, la torre Zavorra fu riamodernata: su progetto del capitano ingegner Cochis, nel 1785 conobbe un ampliamento strutturale per poter accogliere due cannoncini ed una spingarda, mentre nel rivellino avrebbero trovato posto due cannoni di grande calibro. Contemporaneamente, nella vicina Villa d'Orri fu costruita una postazione antisbarco, detta la "fortelezza nuova", o "batteria rasante". Sette anni dopo, in previsione dell'attacco francese, si preferì spostare artiglierie ed armi, da Zavorra alla Torre di Calamosca. Quando tra il 1799 e il 1816 nella vicina Villa d'Orri ospitò la Corte Reale sabauda, tutta l'area fu rinforzata con un distaccamento di Dragoni. Ancora presidiata nel 1832, già nel 1835 la torre Zavorra fu disarmata, anche se l'ultimo alcaide Efisio Dessì vi rimase sino al 1843. Nonostante lo scioglimento dell'Amministrazione delle Torri, quella di Zavorra rimase presidiata per tutto il secolo, sino agli inizi della Grande Guerra: nel 1916, per prevenire un attacco dai sommergibili austriaci che infestavano il golfo, fu fatta saltare dal Genio Militare col benestare della Sovrintendenza ai Monumenti.
MASSIMO RASSU