La Sardegna arcaica con le sue chiese, monumenti, edifici civili, religiosi e militari, i centri abitati dell'interno. Un patrimonio immenso in certi casi unico al mondo.
Eppure, poco si sa, poco si conosce, ancor meno si studia.
Molte teorie andrebbero svecchiate. Le datazioni delle chiese, l'analisi stilistica, le comparazioni cronologiche risentono ancora degli influssi della scuola ottocentesca. Oggi, ma non ancora in Sardegna, si fanno strada nuove metodologie di studio, che ricercano le proporzioni, i rapporti numerici tra le varie misure di un edificio, le orientazioni, gli influssi stilistici legati ai vari popoli invasori, ma anche l'esame accurato dell'immenso patrimonio scultoreo e iconografico che da secoli rimane oscuro.
Anche le tesi sulla costruzione dei Nuraghi sono ormai obsolete. Dagli anni '80, ossia almeno da un quarto di secolo, gli studiosi vanno scoprendo che intorno al 1200-1100 a.C. qualcosa o qualcuno distrusse i nuraghi, le tombe di giganti, tutto ciò che caratterizzava la civiltà nuragica. E, subito dopo, già nel Mille a.C. si diffondeva nell'Isola un regime culturale e religioso profondamente diverso da quella dei costruttori dei Nuraghi, sia negli usi che nelle tradizioni edilizie.
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